Per le donne che hanno più di 50 anni, l’intervallo biennale della mammografia di screening non è una scelta casuale, ma si basa su raccomandazioni scientifiche europee e su rigorose valutazioni dei benefici e dei rischi dell’esame. Il programma organizzato di screening mammografico in Italia è rivolto principalmente alla fascia tra i 50 e i 69 anni, periodo in cui il rischio di sviluppare un tumore della mammella aumenta considerevolmente rispetto alle età più giovani. In alcune regioni italiane è stato esteso, in via sperimentale, fino ai 74 anni.
Perché la mammografia ogni due anni?
La scelta dell’intervallo di due anni tra una mammografia e la successiva deriva dalla valutazione dei dati epidemiologici e dall’efficacia dello screening nel ridurre la mortalità per cancro al seno. Gli esperti europei e l’ECIBC (Iniziativa della Commissione Europea sul Cancro al Seno) concordano nel raccomandare l’esame con cadenza biennale per la fascia 50-69 anni, evitando sia l’intervallo annuale (che potrebbe aumentare i rischi di sovradiagnosi e il carico sanitario senza evidenti benefici aggiuntivi) sia intervalli più lunghi che rischierebbero di perdere diagnosi precoci di tumori aggressivi. Le evidenze mostrano che il controllo biennale è sufficiente per intercettare la maggior parte dei tumori al seno in fase iniziale, quando la prognosi è più favorevole.
Negli screening organizzati, la frequenza della mammografia viene dunque calibrata per massimizzare l’efficacia dell’identificazione precoce e insieme minimizzare gli effetti collaterali, come:
- Sovradiagnosi: individuazione di lesioni poco aggressive che non avrebbero dato sintomi né avuto conseguenze sulla salute delle pazienti.
- Falsi positivi: anomalie che richiedono ulteriori esami o biopsie ma che non si rivelano essere tumori maligni.
- Esposizione a radiazioni: sebbene le dosi siano minime, un controllo troppo frequente esporrebbe le donne a un rischio maggiore, senza un corrispondente aumento dei benefici.
Questi aspetti vengono continuamente monitorati dagli enti di salute pubblica e dalla comunità scientifica, in modo da garantire che lo screening sia sempre basato sulle migliori evidenze disponibili.
Vantaggi della mammografia biennale nella popolazione over 50
L’allestimento dei programmi di screening con questa cadenza si fonda su alcuni elementi chiave:
- Alta incidenza tumorale: la maggior parte dei tumori mammari viene diagnosticata nelle donne sopra i 50 anni, pertanto lo screening mirato in questa fascia ha un impatto significativo sulla salute pubblica.
- Abbattimento della mortalità: molteplici studi hanno confermato che la mammografia consente di individuare il tumore in stadi molto iniziali, favorendo trattamenti meno invasivi e con prognosi migliore. Il controllo ogni due anni si è rivelato il più equilibrato tra efficacia e sicurezza.
- Ottimizzazione delle risorse sanitarie: l’intervallo biennale permette di gestire al meglio le risorse, garantendo ampia copertura della popolazione bersaglio senza sovraccaricare i centri diagnostici e riducendo i follow-up inutili.
La partecipazione attiva delle donne è essenziale per la riuscita del programma. Per favorirla, la mammografia è completamente gratuita per la fascia di età indicata e le modalità di invito e prenotazione sono semplificate e gestite dalle ASL.
I rischi e le criticità di uno screening troppo frequente
Sebbene sia intuitivo pensare che “più controlli equivalgano a maggiore sicurezza”, la scienza suggerisce cautela. Un intervallo annuale non è mai raccomandato dagli esperti europei, anche per le donne over 50. L’obiettivo del programma biennale è tutelare la salute nel tempo, ma anche evitare:
- Sovratrattamenti inutili: Diagnosi di tumori indolenti, che non avrebbero dato sintomi, sottopongono le pazienti a interventi chirurgici, terapie e ansia non necessari.
- Aumento delle complicazioni da approfondimenti diagnostici: Dovuti ai falsi positivi, con un significativo impatto psicologico.
- Un consumo eccessivo di risorse che potrebbe penalizzare la precisione e la tempestività diagnostica per i casi effettivamente urgenti.
In popolazioni più giovani (sotto i 45 anni), lo screening di massa non è indicato se non in presenza di specifici fattori di rischio, tra cui familiarità per tumore al seno o mutazioni genetiche (ad esempio BRCA). In questi casi, il protocollo viene adattato alle esigenze individuali, spesso includendo anche l’ecografia.
I nuovi orientamenti per la prevenzione e la diagnosi precoce
L’offerta della mammografia fino ai 74 anni in alcune regioni italiane riflette la tendenza internazionale all’adeguamento dei programmi di prevenzione sulla base dell’aumento dell’aspettativa di vita e del mantenimento di buono stato di salute anche in età avanzata. Gli studi continuano a monitorare l’efficacia e la sicurezza dello screening esteso. Per la fascia 70-74 anni, attualmente si consiglia un intervallo triennale.
Ruolo della personalizzazione e della valutazione del rischio
L’approccio alla prevenzione del tumore al seno sta evolvendo verso una maggiore personalizzazione. Presso i centri di senologia, le donne con familiarità o altri fattori predisponenti possono richiedere una valutazione del rischio oncologico e ricevere indicazioni mirate sulle modalità e la frequenza dei controlli. Questo consente di intercettare precocemente i tumori nelle persone effettivamente a rischio, ottimizzando i benefici della diagnosi precoce e riducendo la medicalizzazione inutile nella popolazione generale.
La corretta informazione è cruciale per favorire l’adesione allo screening: molte donne rinunciano all’esame per paura, scarsa conoscenza o difficoltà logistiche. È importante ricordare che la mammografia biennale tra i 50 e i 69 anni salva ogni anno centinaia di vite in Italia, riducendo drasticamente la mortalità e migliorando la qualità di vita di chi riceve una diagnosi precoce.
La mammografia rappresenta uno strumento fondamentale di sanità pubblica: la sua corretta applicazione, in base all’età e al rischio individuale, permette di ottenere i massimi risultati con il minimo possibile di effetti collaterali. Gli aggiornamenti delle linee guida, basati su dati di efficacia e sicurezza, sono la garanzia che il protocollo biennale sia tuttora il più appropriato per le donne over 50.