Cos’è la fototerapia? Ecco come funziona questa terapia per curare psoriasi e dermatiti

La fototerapia rappresenta una delle più avanzate e consolidate tecniche terapeutiche nel campo della dermatologia moderna. Alla sua base vi è l’utilizzo medico della luce, sia naturale che artificiale, a scopo curativo per diverse condizioni patologiche della pelle, come psoriasi, dermatiti e altre affezioni cutanee. Questa terapia sfrutta gli effetti benefici della luce emessa da dispositivi appositamente progettati, che permettono il controllo preciso delle lunghezze d’onda e dell’intensità luminosa, assicurando efficacia e sicurezza durante il trattamento.

Origine e principi della fototerapia

L’utilizzo della luce per il trattamento di condizioni mediche risale alla fine del XIX secolo: il medico danese Niels Ryberg Finsen, inventore della famosa lampada di Finsen, fu un pioniere nello studio dell’impiego della luce solare contro diverse lesioni e patologie dermatologiche, tanto da ricevere il Premio Nobel per la medicina nel 1903. La differenza più importante tra fototerapia ed elioterapia riguarda l’origine della luce: la prima consiste nell’uso di luce artificiale a spettro controllato, mentre la seconda fa riferimento esclusivamente all’esposizione alla luce solare.

I dispositivi di fototerapia possono essere costituiti da lampade ad arco, a vapori di mercurio o apparecchiature con sistemi avanzati di filtraggio, che permettono di privare la luce emessa dei componenti nocivi come i raggi UV non desiderati. In base alla patologia da trattare, si può optare per l’esposizione a raggi UVB, UVA o luce bianca ad alta intensità, sempre in maniera estremamente controllata per evitare effetti collaterali.

Come funziona la fototerapia per psoriasi e dermatiti

La fototerapia rappresenta oggi una delle soluzioni più efficaci per la gestione di patologie cutanee, soprattutto la psoriasi. Questa malattia, caratterizzata da un’eccessiva attivazione delle cellule cutanee (cheratinociti), si manifesta con lesioni, macchie rosse e squame biancastre accompagnate spesso da prurito e infiammazione. L’esposizione della pelle a raggi ultravioletti durante la fototerapia genera effetti antinfiammatori e immunomodulanti:

  • Rallentamento della crescita cellulare: la luce ultravioletta riduce la proliferazione anomala di cheratinociti, portando alla regressione delle placche psoriasiche.
  • Riduzione dell’infiammazione: grazie all’azione dei raggi UV, si inibisce la risposta immunitaria eccessiva, responsabile dei sintomi della psoriasi e delle dermatiti croniche.
  • Guarigione e riduzione del prurito: la pelle sottoposta correttamente alla fototerapia mostra un miglioramento nella texture e nella diminuzione delle sensazioni fastidiose.

Per quanto riguarda le dermatiti, in particolare la dermatite atopica moderata e grave, il trattamento si avvale delle proprietà anti-infiammatorie e immunosoppressive dei raggi UVB, riducendo la gravità delle lesioni e favorendo la remissione dei sintomi.

La procedura avviene generalmente in centri specializzati, dove il paziente viene sottoposto in maniera programmata a sedute della durata e intensità prestabilite, sulla base delle caratteristiche della sua condizione e della risposta individuale alla terapia. È importante che ogni trattamento sia preceduto da una valutazione dermatologica approfondita, al fine di evitare rischi e personalizzare il protocollo.

Tipologie di fototerapia e modalità di somministrazione

Le principali tipologie di fototerapia impiegate nelle malattie dermatologiche sono:

  • UVB a banda stretta: è il metodo più diffuso e ritenuto sicuro per il trattamento di patologie come psoriasi, dermatite atopica e vitiligine. Si basa sull’utilizzo di una lunghezza d’onda specifica (311-313 nm), molto efficace e con basso rischio di effetti collaterali.
  • UVB a banda larga: meno selettivo, utilizza una gamma più ampia di lunghezze d’onda, talvolta impiegato nei casi di psoriasi diffusa.
  • PUVA (Psoralene + UVA): abbinamento di raggi UVA e una sostanza fotosensibilizzante (psoralene), usato raramente in psoriasi molto estese o resistenti; richiede precauzioni aggiuntive per la possibile tossicità sistemica del farmaco.
  • Luce bianca ad alta intensità: soprattutto nelle depressioni stagionali e alcuni disturbi dell’umore.

Durante la seduta di fototerapia, la pelle del paziente viene esposta alla fonte luminosa tramite cabine o manipoli mobili, focalizzati sulle aree interessate; la frequenza e la durata del ciclo di trattamenti dipendono dall’indicazione clinica e dal protocollo del centro medico. Di solito si prevedono sedute a cadenza settimanale o bisettimanale, con monitoraggio costante degli eventuali effetti collaterali come eritemi, secchezza, prurito o, raramente, ustioni lievi.

Vantaggi, limiti e sicurezza della terapia con la luce

I vantaggi della fototerapia sono numerosi e la sua efficacia è comprovata sia nella psoriasi che nelle dermatiti croniche e in altre condizioni cutanee. I benefici principali includono:

  • Riduzione significativa dell’infiammazione e dei sintomi cutanei
  • Rapida risoluzione delle lesioni nelle fasi acute
  • Protocollo non invasivo e generalmente ben tollerato
  • Possibilità di riduzione dell’utilizzo di farmaci sistemici a lungo termine

Vi sono tuttavia alcune limitazioni: la fototerapia non garantisce la guarigione definitiva delle patologie croniche come la psoriasi, che può recidivare; inoltre, in alcuni pazienti può essere necessario sospendere il trattamento per la comparsa di effetti collaterali cutanei. Un controllo dermatologico periodico è essenziale, così come evitare l’utilizzo di questa terapia in soggetti con anamnesi tumorale cutanea, fotosensibilità o in gravidanza.

Nel lungo termine, un utilizzo corretto e sotto supervisione medica della fototerapia offre sicurezza e risultati clinici validi, con un rischio molto ridotto di effetti collaterali, soprattutto nei prototipi di UVB a banda stretta. La valutazione del rapporto beneficio/rischio resta fondamentale: ogni paziente deve essere informato sui potenziali effetti e sui risultati attesi in base alla propria condizione.

Fototerapia nel contesto scientifico attuale

La crescente diffusione di questa tecnica è sostenuta da un solido corpo di studi clinici che ne confermano la validità non solo in dermatologia, ma anche in ambiti diversi, come i disturbi dell’umore e i disturbi del sonno. L’applicazione della luce nel trattamento della vitiligine mostra buoni risultati nella ripigmentazione delle aree cutanee prive di melanina.

La costante evoluzione dei dispositivi e delle procedure terapeutiche ha portato a una maggiore precisione e a una personalizzazione sempre più dettagliata dei trattamenti, rendendo la fototerapia una soluzione versatile ed efficace per molteplici condizioni cliniche.

Conclusione

La fototerapia si impone come uno degli approcci non invasivi più sicuri e scientificamente validati per la gestione delle principali patologie dermatologiche come psoriasi e dermatiti. Grazie all’azione mirata della luce ultravioletta, è possibile ottenere una notevole riduzione di infiammazione, prurito ed effetti invisibili delle malattie cutanee, migliorando la qualità della vita dei pazienti e offrendo una valida alternativa, o integrazione, ai trattamenti farmacologici tradizionali. Una corretta informazione, il monitoraggio dermatologico e la personalizzazione del piano terapeutico sono essenziali affinché la terapia della luce mantenga nel tempo alte performance in termini di sicurezza ed efficacia.
Per approfondire gli aspetti tecnici e storici di questa terapia, è possibile consultare anche l’approfondimento su fototerapia.

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